Signora, il cui santuario
Un brandello di poesia che è anche altro, in un giorno che è l’ultimo di maggio, ma anche altro.
IV.
Signora, il cui santuario sta sul promontorio,
Prega per tutti quelli che sono sulle navi, quelli
La cui occupazione ha a che fare col pesce, e
Quelli impegnati in ogni traffico legittimo
E quelli che li guidano.
Ripeti una preghiera anche per
Le donne che hanno visto i loro figli o mariti
Partire, e non ritornare:
Figlia del tuo Figlio,
Regina del Cielo.
Prega anche per quelli che erano sulle navi, e
Terminarono il loro viaggio sulla sabbia, sulle labbra del mare
O nella scura gola che non li restituirà
O dovunque raggiungerli non può il suono dell’eterno angelus
Della campana del mare.
(T. S. Eliot, Quattro Quartetti, I Dry Salvages)
Un pensiero su “Signora, il cui santuario”
L’ha ribloggato su allsho's bloge ha commentato:
Una poesia, una preghiera, per ricordarmi e ricordare che in mare ci siamo tutti, tutti fuggiamo, tutti cerchiamo un porto sicuro.