Onorificenze
L’articolo 59 della costituzione prevede che il Presidente della Repubblica possa nominare senatori a vita cinque "cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario". Qui ovviamente "illustrato" non indica un’operazione grafica o editoriale, ma, etimologicamente, "reso illustre"; il Pianigiani dice, alla voce illustrare: "dar chiarezza, splendore (…) dare onorata fama".
L’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, "istituito con la Legge 3 marzo 1951, n. 178 (G.U. n. 73 del 30 marzo 1951), è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari." (dal sito della Presidenza della Repubblica). Benemerenze (sempre il Pianigiani): "meritar bene [di alcuno] (…) l’aver bene operato in servigio di alcuno".
Quindi, ricapitolando: c’è, per chi si adopera nel dare un’onorata fama alla Patria, o nel servirla meritandone la gratitudine, un riconoscimento che la Patria stessa offre.
Non mi è chiaro cosa invece preveda l’ordinamento della Repubblica per chi rende la Patria lo zimbello delle nazioni vicine, dall’opinione pubblica ai loro governanti.